POSTE ITALIANE – Ufficio Concordia Sagittaria: Oggi le Comiche!

31 marzo 2009 – ultimo giorno per redazione DPS (documento programmatico sulla sicurezza) con relativa data certa

Breve premessa:

questo è lo sfogo di un piccolo imprenditore titolare di una Web Agency stanco della burocrazia asfissiante e di una amministrazione pubblica o parastatale poco conciliante… 

 

Come ogni anno mi presento all’ufficio postale di Concordia Sagittaria – Venezia , per far apporre DATA CERTA sul DPS che tramite apposito software (costato per inciso qualche centinaia di euro) avevo il giorno prima elaborato.

Non so quanti di Voi rispettino la norma secondo la quale entro il 31 marzo di ogni anno ogni azienda debba redigere questo documento, comunque da parte, mia sin dall’inizio e in “casa”, ho sempre provveduto a predisporlo nei tempi previsti.

Per inciso il tempo di predisposizione è di alcune ore lavoro (pur in presenza del software) che vengono sottratte alla parte produttiva dell’azienda; ma visto che la legge prevede anche questa incombenza (oltre a molte altre) perchè esimersi…

Come dicevo mi presento allo stesso sportello postale di Concordia Sagittaria come fatto l’anno precedente con il mio bel DPS di 43 pagine elaborate sicuro che come sempre sia cosa di pochi minuti: un bollo, il timbro postale sulla prima pagina dello stesso e tutto finisce li.

E no! Questa volta l’addetta allo sportello mi guarda con occhi esterrefatti e mi dice: “Ma lei deve far apporre al documento data certa e lo presenta in questa maniera?“.

Guardo un pò il documento e sinceramente mi sembra tutto a norma. Tra l’altro è un software certificato che lo elabora e la stampante non fa altro che “sparare” fuori le pagine così come impaginate dallo stesso.

Vedo ben stampigliati tutti i miei dati aziendali. La data, il riepilogo numero pagine, ecc. ecc.

Chiedo allora candidamente che mi è sufficiente apporre data certa al DPS così come fatto di anno in anno.

Apriti cielo!!!!

LE COSE SI FANNO BENE!!! NON SI FANNO COSI’ TANTO PER FARE!

sbotta la tipa inizialmente…..e continua

Ma lei non conosce allora l’attuale normativa che prevede una rilegatura particolare lungo tutto il plico e non un semplice clip sullo stesso (n.d.r spillatura lungo il dorso). Come potrebbe esser definito altrimenti un documento su corpo unico previsto dalla normativa? Inoltre di suo pugno deve scrivere “si richiede l’apposizione del timbro postale per la data certa” facendo seguire il tutto da data e firma

ma non è finita…

le ricordo in più che le pagine devono essere già spillate e firmate nella congiunzione della spillatura e sulla prima pagina dovrà datare, scrivere e sottoscrivere di proprio pugno : “documento unico formato da n°xxx pagine

Come un pugile colpito a più non posso, cerco di ribattere che a me sarebbe sufficiente inserire data certa nella prima pagina come fatto ogni anno, quindi una semplice data certa sul frontespizio del documento.

Non lo avessi mai detto:

E IO LA DATA CERTA NON GLIELA DO…

Nemmeno ce l’avesse d’oro….aggiungo io  🙂

Faccio un calcolo mentale molto veloce: assecondo la mia “sanguignità” (con tutte le conseguenze del caso) oppure provo a mantenere un certo controllo e data l’ora (mancava poco alla chiusura dell’ufficio e domani ,primo aprile, il mio DPS non avrebbe goduto di data certa) cerco di portare a casa il risultato?

Opto per la seconda:

dico che desidero uniformarmi alle sue direttive (aggiungerei “potere” seppur nel suo piccolo) e che seguirò quanto indicato, ma che data la nuova procedura, non ricordo tutte le nuove fasi da poco elencate.

“può darmi copia del documento così da rispettare quanto da Lei appena detto?” chiedo sommessamente.

Un pò stizzita l’addetta chiede nelle retrovie dell’ufficio se la cosa sia possibile e prima mi allunga l’originale (dal quale leggo chiaramente che si tratta di circolare interna agli uffici postali; altro che normativa che avrei dovuto conoscere a menadito) poi fa marcia indietro e ritaglia da una copia solo la parte relativa alla circolare degli uffici postali (la parte che probabilmente potevo scrutare).

La leggo ed effettivamente i dati , seppur riportati in ordine sparso, sono quelli : ma scusate dovevo conoscerla perfettamente in ogni sua parte? Dove la trovavo? Chi me lo ha comunicato preventivamente visto che la procedura negli anni precedenti mi era stata sempre presentata in maniera differente?

Comunque per non occupare spazio e tempo a chi veniva dopo me (nel frattempo la coda che si era formata alle mie spalle era piuttosto cospicua) prendo DPS, penna, ritaglio della circolare e grazie al timbro tascabile che porto via sempre, mi sposto su di un ripiano nella parte iniziale dell’ufficio, ed inizio a scrivere quanto richiesto e soprattutto a timbrare (con molta cura) nella spillatura le 43 pagine del dps (quindi 43 timbrate….) 

Riporto nel frontespizio tutte le altre diciture richieste, firmo una ad una le pagine timbrate, rifaccio fila, che nel frattempo si era assottigliata, e mi ripresento allo sportello….

pensate sia finita qui…. NO E’ SOLO L’INZIO!!!!!

(SEGUE ALLA PROSSIMA PUNTATA)

Per concludere:

quando mi presento allo stesso sportello l’addetta guarda il frontespizio (li sembra che vada tutto bene…ORA) apre il documento programmatico sulla sicurezza e a quel punto mi guarda nuovamente e con fare tra l’ironico e lo stupefatto mi dice:

ma pensa che io possa accettare il dps con i timbri così riportati?

sento che la mia temperatura corporea inizia ad alzarsi, ma decido una volta di più di mantenere il controllo e chiedo come un bimbo trovato con le mani nella marmellata:

“scusi, non capisco: cosa non andrebbe dei timbri riportati?”

risposta:

vede che aprendo tra una pagina e l’altra il timbro con combaccia perfettamente!?!”

riprendo in mano il dps, guardo con attenzione i primi timbri e in tutta sincerità mi sembrano perfetti; effettivamente quelli dalla pagina 30 circa sino alla 43 effettivamente non combaciano perfettamente tra una pagina e l’altra, ma sfiderei chiunque ad apporre timbrature perfette quando si crea uno scalino tra le prime pagine e quelle successive quando tra le mani si ha un plico di 43 pagine. Provare per credere…

A quel punto sono irremovibile e chiedo come avrei dovuto apporre quei timbri.

La tipa apre il dps pagina per pagina, quasi a distruggerlo, e mostra, tra le facce incredule di chi veniva dopo me in fila (che nel frattempo si era nuovamente riformata) come si fa ad apporre un timbro in una spillatura.

E mi tiene li! non mi molla!!! certo mi stava facendo il suo corso accelerato sulla “timbratura perfetta”!!!

Sinceramente mi sembrano gli stessi timbri da me apposti e la mia cara addetta trova le stesse difficoltà quando deve apporre il timbro dalla 30° pagina in poi….

A quel punto un angelo, (probabilmente la direttrice dell’ufficio), accortasi che la situazione stava per degenerare (“arancia meccanica” docet) fa presente alla collega che i primi timbri andavano benissimo e (penso giusto per non umiliare l’addetta) che magari solo alcuni andavano rifatti.

Ottengo quindi a breve data certa sul dps e finalmente, (dopo 50 minuti di orologio) posso uscire da quell’ufficio postale di Concordia Sagittaria!!!!

Conclusioni personali:

1) una burocrazia fatta di TIMBRI non aiuterà certo le nostre aziende a dare una mano al Paese ITALIA ad uscire dalla presente crisi; ho fatto calcoli approssimativi e i classici piccoli e medi imprenditori perdono quasi 5 giorni lavorativi al mese per seguire le classiche incombenze burocratico-amministrative (soprattutto per quanto riguarda il rapporto con lo Stato);  il tutto a scapito e danno della parte produttiva delle nostre realtà aziendali, che guarda caso incidono per l’80% rispetto al PIL nazionale…

2) Senza fare di tutta un’erba un fascio, ritengo che come sia deprorevole che un addetto alla pubblica amministrazione si assenti dal suo posto durante le funzioni lavorative, allo stesso modo penso non sia da considerarsi come minimo “produttivo” per il nostro Paese, il classico comportamento poco conciliante e spesso volutamente “contro” (privati – cittadini e/o aziende ), che, non di rado, viene offerto dagli addetti della nostra pubblica amministrazione; ripeto senza voler fare di tutta un’erba un fascio.

Matteo Pasqualini